Lohengrin

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Lohengrin
Opera romantica in tre atti (1850)
Musica e libretto di Richard Wagner

 

Durata: circa 4 ore e 30 minuti, inclusi due intervalli
Lingua: tedesco, con sopratitoli in tedesco e inglese
Età consigliata: dai 15 anni in su

 

Elsa di Brabante è accusata di aver ucciso suo fratello. Nessuno osa dimostrare l’innocenza della giovane donna in questo caso misterioso. Intrappolata in una realtà che sembra condividere solo lei, entra nella sua vita un uomo che promette di lottare per la sua causa – a una sola condizione: Elsa deve fidarsi ciecamente di lui e non chiedergli mai né il nome né la sua origine.

 

Ma un’intrigo induce Elsa a infrangere le promesse. La risposta dell’uomo rivela la sua origine divina e riporta il fratello di Elsa, ma a un prezzo altissimo. Wagner scrisse Lohengrin in un periodo di radicali cambiamenti rivoluzionari. L’opera debuttò a Weimar nel 1850 sotto la direzione di Franz Liszt. In essa, Wagner affronta la necessità di contrapporre alla realtà sociale una visione utopica che rifiuti di subordinare l’amore, la verità e la giustizia all’obbedienza civile cieca. Come modelli, Wagner si ispirò all’epopea Parsifal di Wolfram von Eschenbach, a saghe dei fratelli Grimm e a varie raccolte di fiabe. Il regista spagnolo Calixto Bieito guida il pubblico attraverso le sue opere con uno "spirito di presenza" e si presenta per la prima volta alla Staatsoper Unter den Linden con questa grande opera romantica.

 

 

Trama

L'opera si svolge ad Anversa, sulle rive del fiume Schelda, nel X secolo.

 

Antefatto

L'anziano duca del Brabante ha affidato i suoi due eredi – Elsa e Goffredo – alla tutela del conte Federico di Telramondo. Federico avrebbe dovuto sposare Elsa ma, subendone il rifiuto, ha sposato la discendente di una stirpe di principi pagani, Ortruda, le cui divinità sono dotate di poteri magici. Per vendicare l'affronto subìto dal marito e per ereditare il ducato, Ortruda ha tramutato Goffredo in un cigno convincendo Federico ad accusare Elsa di fratricidio.

 

Atto I

Scena 1ª In un prato lungo la sponda della Schelda, re Enrico invita i nobili brabantini a difendersi dalla minaccia degli ungari. La battaglia è prevista entro due giorni e chiede l'appoggio del conte di Telramondo – "modello di virtù" – per ristabilire la pace. Il re annuncia poi il secondo motivo della propria venuta: decidere riguardo all'accusa di fratricidio mossa da Federico contro Elsa. La fanciulla, in preda a un sogno perverso avrebbe ucciso Goffredo allo scopo di regnare sul Brabante con un amante segreto.

 

Scena 2ª Chiamata dall'araldo, Elsa compare tra la fila dei cavalieri e, a testa bassa, avanza verso il Re. Tutti restano colpiti dal suo candore e dalla sua timidezza, chiedendosi se davvero il suo cuore sia colpevole delle terribili accuse mossele dal conte. La ragazza racconta un sogno straordinario, in cui un cavaliere sconosciuto sarebbe arrivato dal nulla per salvarla. Nonostante ciò, tra i presenti, nessuno osa sfidare il valoroso Federico di Telramondo e la chiamata del Re rimane sospesa nel vuoto:

"Chi, in nome di Dio, vuole difendere Elsa di Brabante?"

 

Anche la seconda chiamata non ottiene alcuna risposta. Elsa intona una breve preghiera accompagnata da un coro di donne – "Signore, aiutala! Dio signore, ascoltaci!". Allora si scorge in lontananza una barca trainata da un cigno, al cui interno è un uomo dall'armatura d'argento. Dopo alcuni attimi di meraviglia ("Vedete! Vedete! Quale singolare miracolo! Come? Un cigno?"), il cavaliere del sogno è viva realtà.

 

Scena 3ª Sulle medesime note del preludio, Lohengrin saluta il cigno e promette ad Elsa il suo amore, a condizione ch'ella non gli chieda mai quale sia il suo nome. Gli astanti sono ammirati e commossi. Telramondo accetta di combattere il cavaliere misterioso ("meglio la morte che l'onta!") mentre il Re si prepara a dare inizio al duello. I due contendenti incrociano le spade. Federico viene atterrato in un colpo ma gli viene risparmiata la vita ("ora la tua vita è mia: io te la dono; possa tu consacrarla al pentimento!"). Nel grande coro finale, Lohengrin ed Elsa vengono sollevati sugli scudi e acclamati festosamente dalla folla, mentre Telramondo si getta ai piedi di Ortruda piangendo l'onore perduto.

 

Atto II

Scena 1ª Durante la notte, nel cortile del castello di Anversa, Federico e Ortruda siedono allo scuro, sui gradini della chiesa. Federico si scaglia contro la donna, accusandola di essere la sola responsabile della sua rovina:

"Non fu per la tua testimonianza che fui portato ad accusare l'innocente? Non fui punito dal giudizio di Dio?!"

"Chiami Dio la tua viltà?" ribatte Ortruda. "Se il cavaliere rivelasse apertamente il suo nome, svanirebbe il potere che l'inganno gli ha concesso."

 

Federico – nuovamente soggiogato dalla moglie – viene preso da un'improvvisa e irrefrenabile bramosia di rivalsa. Bisogna agire subito affinché il veleno del dubbio si sparga nel cuore di Elsa.

 

Scena 2ª Elsa si affaccia al balcone e ricorda l'amore di Lohengrin, prefigurando le nozze imminenti. La interrompe Ortruda, la quale, fingendosi addolorata, le annuncia il pentimento di Federico. Mentre Elsa, che ingenuamente crede alle parole della donna, rientra nel palazzo, Ortruda invoca l'aiuto delle divinità pagane dei Radbod.

 

La giovane riappare sulla soglia del palazzo. Subito Ortruda comincia a tessere la propria trama, suggerendo ad Elsa di dubitare del misterioso fidanzato, ma Elsa si difende candidamente:

"Povera, non puoi capire come un cuore possa amare senza incertezza?"

 

Scena 3ª Spunta il giorno. Le fanfare dei cavalieri risvegliano il castello. L'araldo annuncia l'elezione di Lohengrin a protettore del Brabante e i preparativi delle sue nozze con Elsa. Tra la folla festante, quattro nobili, già vassalli di Telramondo, lamentano l'altrettanto imminente battaglia. Improvvisamente si palesa loro Federico, annunciando l'intenzione di accusare Lohengrin di stregoneria.

 

Scena 4ª Processione di Elsa nella cattedrale. Il mistico coro del corteo è interrotto dall'intervento di Ortruda, che, con un repentino cambiamento di umore, sfida Elsa in quanto moglie del nobile Telramondo:

"Il nome del mio sposo aveva in patria grande onore. Lo sposo tuo, dimmi, chi lo conosce?! La sua purezza non è quello che sembra!"

 

Scena 5ª Mentre la folla respinge le accuse di Ortruda, Elsa si rifugia tra le braccia di Lohengrin, che è appena arrivato accompagnato dal Re. Allora Federico irrompe drammaticamente in scena, accusando Lohengrin di menzogna e stregoneria:

"Nome, rango e meriti io gli domando! Possa egli smentire l'inchiesta!"

 

Lohengrin si volge verso Elsa:

"Elsa, come ti vedo tremare!"

 

La povera ragazza è ormai straziata dal dubbio.

 

Atto III

Scena 1ª Il preludio preannuncia il celebre coro nuziale. A metà dell'inno, si aprono le porte della camera nuziale. Da destra entrano le donne che accompagnano Elsa; da sinistra, gli uomini, che assieme col Re, accompagnano Lohengrin. Otto donne danzano in cerchio attorno agli sposi, i quali, svestiti della corazza e delle ricche sopravvesti, rimangono infine soli.

 

Scena 2ª La successiva scena tra i due protagonisti rappresenta il momento culminante della vicenda, che dall'estasi iniziale si stringe in un'ansietà frenetica sempre crescente, poiché Lohengrin muove dal piano della cieca fiducia, mentre Elsa non sa più trattenersi dal porgli la domanda proibita. Dice Lohengrin:

"Dai tuoi occhi appresi l'innocenza… Non dovetti chiedere la tua origine, benché su di te gravasse la terribile accusa…"

 

Dice Elsa:

"Come si chiama quella parola che – ahimè – non potrò mai usare per rivolgermi all'amato? Permetti al mio labbro di pronunciarla, quando saremo soli, quando mai giungerà all'orecchio del mondo. Se conoscessi il tuo segreto, nessuno me lo potrebbe più strappare! Rendimi orgogliosa della tua fiducia, affinché non ne sia indegna!…"

 

Allora Lohengrin è costretto a rivelarle una mezza verità, che però non fa altro che accrescere l'incertezza di Elsa nel timore di venire un giorno abbandonata:

 

"Il tuo amore dev'essere la ricompensa di ciò che rinunciai per te. L'unica cosa che valga il mio sacrificio la vedo nel tuo amore. Non provengo dall'oscurità ma dalla luce e dallo splendore!"

 

Il dramma si è compiuto. Elsa si sente troppo piccola per compensare questo sacrificio, nonostante Lohengrin desideri farsi amare con semplicità. Improvvisamente, alla domanda proibita "qual è la tua origine?", Federico, credendo che Elsa abbia così reso il suo rivale più debole, entra nella stanza per affrontare il rivale. Senza pronunciare parola, questa volta Telramondo cade ucciso nel rapido scontro.

 

Scena 3ª Sul prato lungo la Schelda i brabantini sono riuniti per la guerra. Tutti aspettano che il cavaliere d'argento li guidi alla vittoria ma, mostrando la salma di Federico, Lohengrin rivela finalmente la propria origine: egli è il figlio di Parsifal, il re del Santo Graal, sceso sulla terra per combattere il male. In definitiva, Lohengrin non rinuncia ai poteri che gli consentono di diffondere la virtù, per quanto la loro rivelazione lo costringa a ribadire la sua diversità e, di conseguenza, la sua triste solitudine. Invano Elsa, il Re e i cavalieri lo invitano a restare: il cigno è già apparso per riportare Lohengrin a Monsalvato. La perfida Ortruda non gli risparmia quest'ultimo momento:

 

"Vattene, superbo eroe, perch'io possa svelare con giubilo chi fu a guidarti con la navicella! Imparate come si vendicano gli dei!"

Ma Lohengrin, che l'ha udita, cade solennemente in ginocchio e prega. Per miracolo, il cigno si tuffa nell'acqua ritrasformandosi in Goffredo: ha così fine il potere delle divinità pagane dei Radbod.

 

"Ecco il duca del Brabante, sia eletto a vostro condottiero!"

Una colomba scende dall'alto e guida la barca lungo il fiume. Mentre Lohengrin si allontana, Elsa cade priva di forze tra le braccia del fratello.

Programma e cast

Direttore musicale Simone Young
Regista Calixto Bieito
Scenografia Rebecca Ringst
Costumi Ingo Krügler
Luci Michael Bauer
Video Sarah Derendinger
Maestro del coro Dani Juris

 

Heinrich der Vogler René Pape
Lohengrin Eric Cutler
Elsa di Brabante Elza van den Heever
Friedrich di Telramund Wolfgang Koch
Ortrud Anja Kampe
Araldo del re Arttu Kataja

 

Coro del Staatsoper, Staatskapelle Berlino

Opera di Stato Unter den Linden

Staatsoper Unter den Linden è uno dei più prestigiosi teatri d'opera di Berlino, con una ricca storia e un significativo impatto culturale.

 

Storia:
La Staatsoper Unter den Linden fu costruita originariamente tra il 1741 e il 1743, sotto la direzione dell'architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Fu commissionata da Federico II di Prussia e inizialmente chiamata Königliche Oper (Opera Reale). Il teatro ha subito diverse ristrutturazioni e ricostruzioni, in particolare dopo i danni della Seconda Guerra Mondiale. È stato riaperto nel 1984, dopo una grande ristrutturazione.

 

Costruzione:
Il design originale era caratterizzato dallo stile barocco, con una facciata elegante e un grande ingresso. L'edificio è stato ricostruito negli anni '50 e '80, mantenendo l'esterno classico mentre l'interno è stato modernizzato. La facciata presenta un portico classico con sei colonne corinzie e un prominente frontone centrale.

 

Interno:
L'interno è noto per il suo design opulento e classico. L'auditorium è rinomato per la sua acustica e grandiosità, con sedili in velluto lussuosi e decorazioni elaborate. La scena e le aree di seduta sono state aggiornate per soddisfare gli standard moderni delle esibizioni, pur preservando l'estetica storica.

 

Concerti e Spettacoli:
La Staatsoper Unter den Linden ospita una varietà di spettacoli, tra cui opere, concerti orchestrali e balletto. È sede della Staatskapelle Berlin, uno dei principali orchestre della Germania. Il teatro è celebre per le sue produzioni di alta qualità e il suo ruolo nella vivace scena culturale di Berlino.

 

VIAGGIO
La Staatsoper Unter den Linden è completamente accessibile senza barriere grazie ai suoi eccellenti collegamenti con i mezzi pubblici.

INDIRIZZO: Unter den Linden 7; 10117 Berlino

METROPOLITANA
S+U Friedrichstraße (S1, S2, S5, S7, S25, S75)

 

METRO
Hausvogteiplatz (U2)
Museumsinsel (U5)
Stadtmitte (U2, U6)
Unter den Linden (U5, U6)

 

AUTOBUS
Staatsoper (100, 245, 300)
Unter den Linden/Friedrichstraße (100, 147, 245, 300, N6)

 

PARCHEGGIO
Q-PARK parcheggio Unter den Linden/Staatsoper
Bebelplatz, 10117 Berlino
Nel parcheggio sotterraneo sono presenti cinque stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Maggiori informazioni sono disponibili qui.

Il parcheggio sotterraneo in Bebelplatz offre spazi per disabili e accesso diretto all'opera. Entrando nel parcheggio tra le 17:30 e le 23:30, la tariffa massima per il parcheggio è di 7 €. Per utilizzare questa tariffa, inserisci il tuo biglietto di parcheggio in una delle macchine per il pagamento e il messaggio «Tariffa teatro» verrà visualizzato sul display. Si prega di notare che non è possibile utilizzare la tariffa se si entra nel parcheggio prima delle 17:30, quindi non verrà visualizzata sul display. CONSIGLIO: Se paghi la tariffa teatro alla macchina prima dell'evento, puoi evitare lunghe attese dopo lo spettacolo.

Wikipedia
© Monika Rittershaus
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